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L'evento che fa volare la vela

Foiling Week 2025 - EP. 02

FW official photographer, Martina Orsini

Dodici edizioni e ancora nessun segno di rallentamento. La Foiling Week 2025 si è appena conclusa a Malcesine con un programma ricchissimo tra regate, test, sperimentazioni e incontri. In acqua, numeri da record: flotta BirdyFish all’esordio mondiale, oltre 130 WASZP, la classe Moth più stellare di sempre e la varietà crescente di tavole e mezzi foil, dai pump ai foil-drive.

Ma come sempre, la Foiling Week è andata oltre la semplice cronaca sportiva. Tra laboratori creativi, immersioni ecologiche, tecnologia di frontiera e forum con i protagonisti del settore, il tema #regeneration ha preso forma concreta nel Foiling Week Village e nel dialogo continuo tra atleti, progettisti e innovatori.

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Oltre l’obiettivo: uno scatto tra acqua e velocità; lo sguardo di Martina Orsini

A fare da cornice, la luce del Garda, il vento del Peler, e quella visione unica che da oltre dieci anni fa di questo evento il punto d’incontro globale per chi crede che la vela sia molto più che un campo di regata.

In questo contesto, abbiamo raccolto alcune delle voci più significative dell’edizione 2025. E non potevamo che cominciare da chi, da sempre, guarda la vela da un punto di vista speciale: Martina Orsini, fotografa ufficiale della Foiling Week.

Dai primi scatti alle derive sperimentali, ai foil olimpici di oggi: cos’è che ancora ti emoziona davvero? E cosa ti sfida ancora, tecnicamente e creativamente?

La risposta di Martina è chiara: il foil è una continua meraviglia. Ma la sfida è riuscire a raccontarlo in modo nuovo, ogni volta. L’obiettivo non è solo documentare, ma trasmettere la sensazione del volo. E per farlo serve spingersi oltre: nell’acqua, vicino alla linea, anche rischiando un po’.

Hai notato una differenza generazionale? I giovani foilers sono più consapevoli della tua presenza? Interagiscono di più?

Quando faccio qualcosa di strano, come mettermi in acqua o nelle boe di percorso, noto che i velisti interagiscono sfoggiando grandi sorrisi… un poper la sorpresa, credo.

I momenti migliori per catturare queste interazioni sono la pre-partenza o gli allenamenti. È lì che scatta la complicità, il gesto spettacolare, magari un tocco d’acqua a 35 nodi. In regata, invece, resta il rispetto per il gesto tecnico: concentrazione pura".

Martina ci racconta anche il suo recente interesse per le tavole pumpfoil e e-foil, un mondo più vicino al surf che alla vela, ma visivamente esplosivo: “un altro stile, un mondo molto colorato”, dove sperimenta nuovi punti di vista – scattando a livello dellacqua o in immersione.

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Negli anni hai visto passare di tutto: Moth, WASZP, kiter, iQFoil, persino barche offshore. Qual è il mezzo che ti diverte di più seguire? E quale, invece, fotografa meglio” lenergia del foil?

La mia barca foilante preferita, sia per ragioni affettive sia per una certa estetica fotografica, negli anni non è mai cambiata: il Moth. Ho iniziato la mia carriera con loro nel 2012, era una flotta non ancora così grande e non ancora piena di superstars della vela come oggi, ma era la novità. Oggi il Moth è la classe dove si sfidano i grandi, senza pressioni olimpiche o di Coppa America. Ma resta una barca “umana”: c’è un solo velista, il gesto è tutto, ed è questo che la rende perfetta per chi vuole raccontare l’azione, il controllo, la velocità".

Ogni edizione della Foiling Week ha un suo racconto visivo. Quest’anno tu e lo staff media avete scelto un tema o un taglio specifico?

Martina ci svela che sta lavorando da tempo su un nuovo approccio: immergersi fisicamente nel campo di regata per offrire un punto di vista sempre più vicino all’acqua, al foil, al gesto atletico. È una tecnica difficile da padroneggiare, ma “la pratica e l’esperienza” – ci dice – la porteranno presto a perfezionarla.

Guardare per volare

Martina Orsini non si limita a fotografare la vela: la osserva, la vive, la interpreta. E le sue immagini, ogni anno, non sono solo belle: fanno venire voglia di salire su un foil e provare anche solo per un istante quella sensazione unica.

Che è poi, in fondo, la missione della Foiling Week.

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