Sono partite!
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Ore 13.40 UTC di sabato 29 novembre: otto donne - anzi “super-donne veliste” del The Famous Project CIC, a bordo del maxi trimarano IDEC SPORT, hanno tagliato la linea di partenza del Jules Verne Trophy, la regata estrema intorno al mondo, senza soste né assistenza.
Il maxi-trimarano IDEC SPORT ha attraversato la linea di partenza del Trophée Jules Verne con una direzione chiara, una promessa forte e un sogno che corre sull’oceano: diventare il primo equipaggio composto solo da donne a completare il giro del mondo senza scalo e senza assistenza. SLAM è a bordo con loro, fornendo cerate e tutti quei capi tecnici che devono resistere agli oceani, che non lasciano margini di errore, e che, per quanto possibile, offrono alle veliste il miglior comfort nei momenti peggiori.
Alexia Barrier
La partenza di sabato non è stata solo un segnale, ma una dichiarazione di coraggio. Onde di quattro, cinque metri, vento teso da nord ovest, una finestra meteo tutt’altro che morbida. Eppure Alexia Barrier, Dee Caffari e tutto l’equipaggio hanno scelto di partire, perché certe sfide non aspettano la perfezione: chiedono determinazione, lucidità e la capacità di leggere il mare per quello che è, non per come lo si vorrebbe.
Le prime quarantotto ore sono state un crescendo. Il trimarano ha accelerato verso sud, ha macinato miglia, ha trovato il suo passo. Poi la notte ha cambiato tutto. Una bolla anticiclonica in risalita dalle Azzorre ha tagliato la rotta del team all’altezza di Porto, trasformando un avanzare deciso in una battaglia contro la mancanza di vento. Alexia, Dee e le altre hanno reagito con una sequenza di strambate, domenica 30 novembre e durante la notte, che ha permesso di ritardare il rallentamento il più possibile. Fino all’inevitabile: la barca ha rallentato e la strategia è cambiata.
Da una modalità di corsa vera e propria, il team è passato a un ritmo lento ma costante, puntando verso ovest sud-ovest in attesa del ritorno del vento, previsto prima da ovest e poi da nord-ovest. Sotto un cielo terso e con temperature in aumento, il mare si è fatto più gentile e l’equipaggio ha potuto prepararsi al prossimo fronte previsto lunedi. Le strambate delle ultime ore lasceranno il posto a una serie di virate, un cambio che richiederà ancora più attenzione nei turni di guardia e nel coordinamento tra chi manovra, chi monitora i dati, chi gestisce l’equilibrio della barca in transizione.
Ogni scelta di rotta, ogni regolazione delle vele, ogni gesto ripetuto parla dello stesso obiettivo: ritrovare la pressione giusta per riprendere la discesa verso sud, puntando alle Canarie e oltre. È un gioco di equilibrio tra prudenza e ambizione, la stessa tensione che definisce tutte le grandi sfide oceaniche.
Questa impresa non riguarda solo la velocità, ma il modo in cui si affrontano ostacoli che cambiano di ora in ora. Il trimarano corre quando può e resiste quando deve. Le donne che lo conducono fanno lo stesso. Ed è proprio qui che SLAM sente più forte il senso della partnership: essere presenti, con strumenti pensati per le condizioni vere, quelle dove il freddo o il caldo è reale, il vento è tagliente o assente, le decisioni devono essere immediate.
In queste prime miglia del giro del mondo, The Famous Project CIC sta mostrando ciò che rende speciale questa avventura: determinazione, competenza, lucidità nel leggere il meteo e fiducia reciproca. La rotta verso il record è appena iniziata. L’oceano ha imposto la prima lezione e il team ha risposto con la calma e la solidità dei grandi marinai.
La velocità tornerà. Il vento tornerà. La sfida resta viva, potente, aperta.
SLAM è lì, con loro. Sempre più dentro a questa storia, che ha il sapore di avventura, ma é stata preparata con grande meticolosità e professionalità da tutto il Team.
Dal 1998, anno in cui il tentativo di Tracy Edwards sul catamarano Royal & Sun Alliance si fermò prima ancora di partire, nessun equipaggio composto solo da donne aveva più scelto di affrontare questa sfida immensa. Alexia Barrier, velista di Antibes, è riuscita a riportare il sogno sulla linea di partenza con un team internazionale di otto atlete provenienti da sette nazioni, un gruppo che unisce età diverse, dai ventitré ai cinquantadue anni, e percorsi che spaziano dalla vela olimpica alle grandi traversate oceaniche.
Insieme hanno lanciato la loro rotta verso un viaggio di quarantamila miglia attraverso i tre grandi Capi di Buona Speranza, Leeuwin e Horn, nel tentativo di superare il record più leggendario della vela, quello stabilito nove anni fa da Francis Joyon e dal suo equipaggio: 40 giorni, 23 ore e 30 minuti.
Le regole sono essenziali: il Trofeo va alla più veloce circumnavigazione del globo, a bordo di qualunque tipo di yacht, senza limiti sul numero di membri dell’equipaggio. Partenza e arrivo devono avvenire sulla stessa linea immaginaria tracciata tra il faro di Le Créac’h, al largo dell’isola di Ouessant in Bretagna, e Lizard Point in Cornovaglia. Il Trofeo fu assegnato per la prima volta nel 1993 e, da allora, tutti i nove vincitori hanno utilizzato catamarani o trimarani. L’attuale sfida è battere il tempo stabilito nel 2017 da Francis Joyon e dal suo equipaggio a bordo del trimarano IDEC SPORT, lungo 31,5 metri: 40 giorni, 23 ore, 30 minuti e 30 secondi.
author: Elena Giolai/SLAM
2017 - Francis Joyon / IDEC SPORT (31.5 m) 40:23:30:30
2012 - Loïck Peyron / Banque Populaire V (40 m) 45:13:42:53
2010 - Franck Cammas / Groupama 3 (31.5 m) 48:07:44:52
2005 - Bruno Peyron / Orange II (36.8 m) 50:16:20:04
2004 - Olivier de Kersauson / Geronimo (33.8 m) 63:13:59:46
2002 – Bruno Peyron / Orange (32.8 m) 64:08:37:24
1997 – Olivier de Kersauson / Sport-Elec (27.3 m) 71:14:22:08
1994 – Peter Blake, Robin Knox-Johnston / Enza New Zealand (28 m) 74:22:17:22
1993 – Bruno Peyron / Commodore Explorer (28 m) 79:06:15:56