Vai direttamente ai contenuti

×

Seleziona la lingua

Valuta

Paese/Area geografica

Lingua

Lingua

Carrello

La Transat Café L'OR

Route du Café: quando una rotta commerciale diventa una appassionante regata Transatlantica

Un surfista d’anima é colui che, essendo un tutt’uno con il mare, non solo sa da dove provengono le onde, ma anche dove possono condurlo.

Sergio Bambarén, da “Il vento dell’Oceano”

background

Episodio 1, La rotta del Caffè: oltre 30 anni di sfida e avventura

C’era un’epoca in cui le navi portavano il caffè a Le Havre. Da quel legame commerciale è nata, nel 1993, una sfida tra navigatori: la “Route du Café”. La sfida é diventata Transat Jacques Vabre, e, oggi, Transat Café LOR, ma resta la stessa regata e la più grande transatlantica in doppio. Dalla Normandia alla Martinica, oltre 4.300 miglia tra depressioni in Golfo di Guascogna, alisei e calma tropicale.

Negli anni è stata un laboratorio di tecnologia e storie di barche e di skipper: barche evolute, scelte tattiche radicali, tempeste che hanno forgiato leggende. L’arrivo a Fort-de-France ha riportato la regata sul tracciato storico delle navi del caffè (fino al 2019 l’arrivo era a Salvador de Bahia, Brasile), ma il DNA non cambia: quattro classi, quattro percorsi, quattro equipaggi in doppio vincitori; la competizione mantiene la sua struttura originale, offrendo quattro percorsi adattati alle classi ULTIM, Ocean Fifty, IMOCA e Class40. Partenza domenica 26 ottobre 2025 e gran finale a Fort-de-France. Grazie ai quattro percorsi diversi, la maggior parte della flotta dovrebbe convergere sulle coste della Martinica a partire dal 6 novembre, con i possibili primi arrivi. Lì dove il caffè profuma di salsedine. 

Alla Transat Café l’Or c’è anche un’altra sfida, quella di rendere più eco-sostenibile la regata, a partire dal Race Village per arrivare ai team. Ad esempio da quest’anno c’è la regola di riportare la barca in Francia solo navigando e non utilizzando una nave cargo. Al termine della regata, uno degli equipaggi al via riceverà anche il “Commitment Prize” per i progetti innovativi per il pianeta adottati in regata. Il premio sarà assegnato da una giuria composta dai due sponsor della regata, l'astronauta Claudie Haigneré e l'esploratore Matthieu Tordeur, oltre che dai dirigenti della Federazione Francese di Vela e da personalità del mondo velico.

I percorsi per le diverse classi

ULTIMS: 6.200 miglia nautiche, lasciando l'Isola di Ascensione (un waypoint mobile) a dritta.

Ocean Fifty: 4.600 miglia nautiche, lasciando l'isola di Sal (Capo Verde) sul lato di dritta

IMOCA: 4.350 miglia nautiche, lasciando le Isole Canarie a dritta

Classe 40: 3.750 miglia nautiche, lasciando le Azzorre a dritta

Boissières, Cousin, Duc: ritorno all’oceano con SLAM sulla Route du Café

Li abbiamo incontrati quando inseguivano il giro del mondo in solitario alla Vendée Globe, capaci di raccontare il mare con occhi carichi di tramonti, onde, orizzonte infinito e mani che sanno riparare una vela sotto raffiche a 40 nodi. Ora Arnaud Boissières, Manuel Cousin e Louis Duc tornano protagonisti, ma questa volta non saranno soli: la Transat Café L’OR è una sfida “double handed”, due uomini per barca, due storie che si intrecciano nell’Atlantico.


SLAM li accompagna ancora, con abbigliamento pensato per chi affronta, umidità e caldo tropicale. Ma il cuore resta quello dei marinai: rispetto per il mare, umiltà davanti alla potenza dell’Atlantico, e quella determinazione che abbiamo imparato a conoscere seguendoli alla Vendée. Scoprirete nel dettaglio barche ed equipaggi SLAM nel prossimo episodio, “stay tuned”!

Il fascino del double handed

Il doppio è una scelta di fiducia “operativa”: brevi, micro-sonni, manovre condivise: tutto si divide a metà, anche gli errori. Ma le intuizioni, quelle si moltiplicano. È qui che la tecnica incontra l’uomo: nelle abilità marinare, nella sensibilità, nella passione. Quello che valeva alla Vendée (in solitario) resta vero anche in coppia: solo che ora c’è un compagno che ti guarda, ti capisce, ti completa. La differenza non è soltanto condividere la fatica ma nel raddoppiare l’intuizione. Il co-skipper è uno specchio: ti rimanda le decisioni, smussa gli errori, tiene alto il ritmo quando all’altro cala. È un linguaggio essenziale, fatto di pochissime parole e di intesa profonda.

Gli inizi della Route du Café

Nel 1993 rispondono all’appello in pochi, ma basta e avanza per definire il carattere della regata: Atlantico d’autunno, fronti in faccia, gestione della stanchezza in due. La formula double-handed diventa un’arte: turni corti, linguaggio essenziale, fiducia.

2015, Guascogna “corsé”
Edizione scolpita nella memoria: due depressioni sferzano la flotta, ritiri in serie, alberi e strutture messi alla prova. È l’anno che ricorda a tutti quanto conti saper rallentare per arrivare.

2017, la lezione della continuità
Jean-Pierre Dick firma la sua quarta vittoria personale (con Yann Eliès): non solo velocità, ma preparazione e affidabilità lungo tutta la rotta verso il Brasile.

2019, 7 ritiri su 59 partecipanti
L’oceano ricorda che è vivo: un’IMOCA di vertice (Hugo Boss) colpisce un oggetto semi-sommerso e si ritira in sicurezza, MACSF si incagalia e 5 Class 40 sono costretti al ritiro con due disalberamenti. Più a sud, l’equatore meteorologico o ITCZ (Zona di Convergenza Intertropicale detta anche Pot-au-Noir o “doldrums”) fa selezione: chi legge meglio mare e vento guadagna miglia che pesano fino all’arrivo. La rotta “lunga e pulita” diventa scuola.

2023, partire è già navigare
Per il trentennale, il meteo detta legge: la tempesta Ciaran, con intelligenza marinaresca, costringe a riprogrammare le partenze delle 95 imbarcazioni al via. Una gestione esemplare: sicurezza prima, spettacolo poi. Il messaggio è chiaro: in oceano si vince scegliendo il momento, non forzandolo.

Torna al blog