Sofia Giondi: il coraggio di disobbedire

Guidata dal coraggio e dall’istinto, Sofia sta tracciando la sua rotta nel mondo della vela.

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Un'onda di cambiamento

Iniziamo questo viaggio tra ritratti, racconti, parole di donne, che con la vela stanno realizzando i propri sogni, raggiungendo nuovi, importanti obiettivi. 

 

Making Waves è il nuovo progetto SLAM per raccontare la vela attraverso lo sguardo e l’esperienza delle donne che la vivono da protagoniste. Donne che stanno tracciando nuove rotte con coraggio, tecnica, istinto. 

 

Non solo atlete, ma professioniste, leader. Con percorsi diversi, visioni personali e una cosa in comune: la volontà di lasciare il segno. Iniziamo con Sofia Giondi e il team RS21 “Magique et Terrible”, tutto al femminile. 

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Sofia, una velista per scelta e vocazione

Nata a Forlì, ha incontrato la vela per la prima volta a 6 anni a Cervia e da allora ha costruito una carriera fatta di spostamenti, dedizione e crescita costante. Ha gareggiato in doppio (420 e 470), partecipato a campagne olimpiche e ricoperto ruoli chiave su monotipi, fino a trovare ora nel progetto RS21 la sua dimensione ideale. Conduce l’equipaggio femminile RS21 Magique et Terrible, con grinta e dolcezza, per dimostrare che "crederci sempre, arrendersi mai" è più di un motto: è una rotta.

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Una velista determinata a disobbedire

Sofia Giondi non ha mai avuto il mare davanti casa, ma ha imparato presto a inseguirlo.


“Sono di Forlì. A sei anni ho iniziato ad andare a vela a Cervia. Ogni volta che salivo in barca, i pensieri negativi si spegnevano".

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La vela per lei è sempre stata rifugio e forza: un modo per liberarsi da ciò che non le assomigliava.


“Quando non riuscivo ad andare in acqua per troppo tempo… non stavo bene". 

Da piccola, le dicevano che non era abbastanza. Non abbastanza alta, non abbastanza forte, non abbastanza giusta. Ma invece di piegarsi, ha imparato a disobbedire.

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Disobbedire è una promessa che ho fatto a mia nonna. Vuol dire non accettare i ruoli che altri scelgono per te. Vuol dire creare il tuo spazio.

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Lo sta facendo oggi, con un team femminile che ha deciso di costruire, giorno dopo giorno, un progetto diverso, tutto loro.

Sofia sa cosa significa rialzarsi

Come quando a 19 anni si trasferisce a Genova per inseguire un sogno olimpico, e si ritrova sola, senza un equipaggio.


È stata la mia difficoltà più grande. Ma è da lì che ho imparato a ricostruire nuovi sogni".


Da timoniera passa alla randa e alla tattica. Cambia ruolo, si rimette in gioco. E trova un nuovo equilibrio:


“Mi sono sentita davvero al mio posto quando sono riuscita a condividere un obiettivo fino in fondo. In doppio, o oggi, con il team Magique”. 

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L’acqua resta il suo centro

La vela le ha insegnato a lavorare sodo, a condividere la fatica, a non aver paura di mostrare chi è.


“Non bisogna per forza accettare le proposte che ci arrivano. Magari possiamo crearcele da sole”.


E se le chiedi quale onda vuole lasciare, non ha dubbi: una traccia che spinga le ragazze a scegliere senza farsi scegliere.

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Crederci sempre, arrendersi mai. Per dimostrare a noi stesse, non agli altri, quello che siamo in grado di fare.

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