SLAM Team 2023: i successi, le filosofie di vita

La vela che ci piace

©Elena Giolai/SLAM
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Tra Guadalupe, Portogallo e Giappone gli atleti che portano con orgoglio SLAM nelle rispettive imprese si sono superati, regalando giornate ricche di emozioni, sorrisi, lacrime, podi, vittorie, ritiri; conferme del loro impegno, dei loro allenamenti, dei loro studi, della loro crescita umana, prima che sportiva. Un tassello, che si aggiunge alle loro storie di mare e di sport, scritte tra onde, acqua, vento e sacrifici.

Gli ambassador SLAM ci piacciono proprio, perché sono, prima che atleti, velisti, marinai, surfisti, semplicemente “uomini”. Ed è così che abbiamo l’uomo che supera la fatica, le interminabili miglia per una sfida mai provata prima, e l’uomo che, nonostante abbia preparato con tutta l’attenzione possibile la regata, la navigazione dal punto di vista tecnico, si arrende alla natura, che in un attimo gli sbatte addosso, infrangendo così in pochi secondi un sogno portato avanti per anni con impegno, sacrificio, studio, cura dei dettagli. Ci piacciono così i nostri eroi, perché di eroico c’è il fatto di rimanere umani con tutto ciò che ne consegue. Non ci sono computer, previsioni meteo, calcoli di qualsiasi genere che tengano quando la natura va per la sua strada: solo il fatto di preparare al meglio tutto ciò che può essere sotto il proprio controllo è già un grande traguardo, per chi insegue un sogno, anche sportivo.

E così i mesi autunnali che precedono l’inverno nell’emisfero nord, hanno visto protagoniste tante storie di mare, di vela, di uomini e di donne, che si sono legate a SLAM: alcuni di loro hanno raggiunto traguardi quasi insperati, altri hanno dovuto rinunciare per forza maggiore, poco dopo la partenza di una nuova sfida. Ma è il modo in cui si affrontano gli imprevisti, quello che fa la differenza. Le sfide nei mari di tutto il mondo sono sfide prima di tutto personali, spesso condivise con un team, insieme al quale si cerca di migliorarsi giorno per giorno: questo è il focus fondamentale.


Windsurf professionistico, PWA: Matteo Iachino si laurea Campione del Mondo Slalom


Stagione perfetta per Matteo Iachino, che, primo italiano della storia a conquistare il titolo iridato slalom PWA nel 2016, torna al successo al termine della quinta e ultima tappa appena conclusa in Giappone. Dopo quattro secondi, posti, Iachino è tornato ad essere il “Re” dello slalom, questa volta incoronato insieme alla fidanzata, la spagnola Blanca Alabau, anche lei vincitrice nella disciplina Slalom! Matteo ha conquistato il titolo dopo le cinque tappe del PWA World Tour disputate da maggio a novembre negli spot più famosi al mondo per quanto riguarda il windsurf: Torbole, Gran Canaria, Fuerteventura, Sylt e Yokosuka. A ottobre, tra una tappa e l’altra, a ottobre, Iachino è stato protagonista di un’altra impresa eccezionale, con la traversata dalla Sardegna alla Toscana in windsurf realizzata in 9 ore e 45 minuti per percorrere 200 miglia.

Vela Olimpica: argento e bronzo azzurri agli europei Nacra 17 con Tita-Banti e Ugolini-Giubilei; argento e qualifica olimpica nei 49er FX con Germani-Bertuzzi

Con la Federazione Italiana Vela prosegue la serie di successi ottenuti da una squadra sempre più unita e vincente, con le Olimpiadi di Parigi praticamente dietro l’angolo. Ed è la classe Nacra 17 quella che ci ha ormai abituato ai grandi risultati: i fuoriclasse Tita-Banti conquistano l’argento e subito dietro i giovanissimi Ugolini-Giubilei, che non stanno a guardare e portano a casa una medaglia di bronzo dopo una settimana complicata dal punto di vista meteo. L’Italia continua ad essere al vertice di questa classe. Ma il regalo forse più grande, anzi il doppio regalo, arriva dallo skiff olimpico 49FX con Jana Germani e Giulia Bertuzzi, che oltre a vincere l’argento, qualificano l’Italia per Parigi 2024.


Mini-Transat: Carlos Manera secondo assoluto nei Proto


C’è poi chi regata in Oceano con una barca di soli 6.5 metri. E sono sempre di più gli equipaggi che cercano una sfida da grandi marinai, partecipando alla Mini-Transat. Lo spagnolo Carlos Manera ha confermato la posizione ottenuta dopo la prima tappa tra Les Sables d'Olonne e Santa Cruz de La Palma. In Guadalupe all’arrivo Carlos ha dichiarato: “Concludere la regata sul podio è ovviamente fantastico, anche se puntavo alla vittoria. Ho avuto qualche piccolo incidente, che mi ha ricordato subito che il primo obiettivo in una traversata atlantica è quello di arrivare dall'altra parte! È stato molto bello vedere che la barca era in grado di andare molto veloce, anche se a prezzo di un grande impegno, sia fisico che mentale".

Transat Jacques Vabre: SLAM Squad in acqua e a terra

Le prime battute della Transat Jacques Vabre sono state alla mercé del meteo, con l’arrivo di violente tempeste nei giorni successivi alla partenza. È così che gli organizzatori hanno pensato di ridurre i rischi dei partecipanti, variando il percorso per i Class 40, che hanno così disputato una prima tappa da Le Havre a Lorient, per aspettare così il passaggio della tempesta Ciaran e ripartire qualche giorno dopo. Nonostante questi accorgimenti non sono mancati i problemi, che l’oceano può portare: è stata senza dubbio una prima e ultima tappa dolorosa per Alberto Riva, letteralmente scaraventato sulla coperta della sua barca dopo che un’onda lo aveva fatto saltare in aria durante una manovra sulla vela di prua. E con la frattura del piatto tibiale è saltato anche il sogno di Alberto e del co-skipper Jean Marre insieme a bordo di Acrobatica; Alberto, però, non si perso d’animo e subito dopo l’intervento chirurgico, si è reinventato commentatore TV dei suoi amici avversari, in regata verso Guadalupe, dove ha potuto gioire per i loro risultati eccellenti. C’è chi ha disalberato, chi sperava di far meglio: tutti hanno affrontato da eroi la propria situazione raggiungendo anche grandi obbiettivi. 


Ecco i pensieri e i propositi di alcuni dei nostri uomini, che guardano sempre avanti, sintetizzati in messaggi di vita quotidiana di grande valore:


IMOCA 60 Team Arnaud Boissières La mie Caline, Arnaud Boissières e Gerald Veniard, 26^ posizione: “È stata un'avventura ricca di insegnamenti, che servirà a perfezionare la preparazione di Arnaud in vista del Vendée Globe 2024 in solitario”.

IMOCA 60 Groupe Dubreuil-Sebastien Simon e Iker Martinez, 18° posto; Iker racconta desolato: “Pensavamo di vincere. Ci siamo detti: ok, ora stiamo andando nel posto giusto, stiamo andando a ovest; avevamo una sola barca davanti, stavamo andando più veloci, stavamo spingendo forte, eravamo in gara. Credo che fossimo a due miglia dal leader quando la randa si è rotta in mille pezzi. Non so cosa sia successo, è esplosa. Anche il J3 è esploso”. Un altro sogno che si è frantumato, questa volta in mille piccoli brandelli di vela.


CLASS 40


Everial Sailing Team- Erwan Le Draoulec and Tanguy Leglatin, 4° posto: “È stato un grande evento e una grande competizione, con tutti gli ingredienti perfetti di una regata transatlantica. Non abbiamo mai litigato, ci siamo sempre parlati, ci siamo rispettati e, soprattutto, ci siamo divertiti molto".


Project Rescue Ocean: Axel Tréhin e Gewnael Riou; Axel dopo il ritiro scrive:

L'imprevisto "È una parola molto familiare nella nostra vita quotidiana; sembra invece, che nella nostra società moderna sia sempre più difficile gestire l'imprevisto. Che l'imprevisto provochi fastidio, che l'incertezza generi ansia, che la mancanza di controllo paralizzi. Sarei felice di suggerire qualche corso di regata oceanica...A quest'ora dovrei essere in acqua con il mio co-skipper a competere nel nostro principale obiettivo sportivo dell'anno, la Transat Jacques Vabre. Invece, è un improvviso ritorno alla vita di terra, con una barca da mettere in sicurezza in porto per prepararsi a una tempesta quasi senza precedenti, e Gwen che deve occuparsi di una finestra saltata a casa nel suo Finistère spazzato dalla tempesta (ndr: regione della Bretagna, la più famosa di cultura celtica). Questi eventi meteo estremi avrebbero potuto generarmi stress. Penso che qualche anno fa sarebbe stato così. Oggi ho imparato a lasciar perdere le cose che non posso controllare (quindi tanto vale godersele!). L'imprevisto è parte integrante della mia vita, a cominciare da tutte le volte che esco in mare. C'è il piccolo manuale di vita e poi c'è la realtà, quella a cui bisogna costantemente adattarsi. Una ginnastica mentale che tutti dovremmo fare di più!”


Acrobatica: Alberto Riva e Jean Marre, ritirato per infortunio: Alberto alla vigilia della partenza della Transat aveva solo una paura, quella di farsi male, unica cosa che non poteva né prevedere, né prevenire; ed è proprio quello che è successo. Di Alberto Riva, unico italiano dello SLAM SQUAD, non vi proponiamo qualche sua dichiarazione, ma lasciamo che possiate riascoltarlo grazie alla registrazione fatta in occasione della sua partecipazione alla serata organizzata dallo Yacht Club Italiano di Genova e condotta dal giornalista Fabio Pozzo.


LE RIRE MEDICINE (OCEAN 50s): Antoine Jouber, Luke Berry, ritirati per disalberamento e distacco scafo sinistro


"L'incidente è avvenuto poche ore dopo che la flotta Ocean 50 aveva ripreso la Transat Jacques Vabre da Lorient il 6 novembre, regatando con 25-30 nodi di vento e onde di 5 metri. Avevamo due mani di terzaroli sulla randa e il J3 a prua, la vela più piccola che si possa avere. Ad un certo punto la barca è saltata giù dall'onda e quando è atterrata, si è spaccata: lo scafo di sinistra si è staccato e, nello stesso momento abbiamo disalberato. Siamo ovviamente delusi da questo ritiro obbligato, ma teniamo presente il nostro bel secondo posto nella prima tappa  della Transat Jacques Vabre e i nostri buoni risultati per la stagione 2023. Ora dobbiamo andare avanti! Capire cosa è successo e ricostruire la barca! Saremo lì nel 2024!" Per l’equipaggio, l’impresa è stata quella di recuperare tutte le parti del trimarano con l’aiuto di Adrien Hardy e il suo staff esperto in soccorsi in mare, per poi tornare con soluzioni di fortuna a Saint Malò da soli.


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